come si curano le orchidee la nostra guida pratica con consigli e segreti

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Come coltivare le orchidee: i nostri segreti

Vi hanno regalato delle bellissime orchidee e continuate a chiedervi come si curano? Vi sveliamo qualche trucco e segreto per dei risultati soddisfacenti.

Le orchidee sono fiori incantevoli che racchiudono tutto il fascino dei Tropici e il mistero della forza della natura. Oggi non sono più il privilegio di ricchi e raffinati collezionisti, com’era in passato.
Il piacere di coltivare queste piante dall’eccezionale e lunghissima fioritura è aperto a tutti: è una conquista dell’alta tecnologia vivaistica, che ha consentito di ottenere esemplari sani, spettacolari e robusti, a prezzi assolutamente accessibili.

Quali sono le orchidee

La famiglia delle Orchidacee comprende quasi 30.000 specie, alcune delle quali sono presenti anche nelle isole al largo dell’Antartico. Le orchidee di origine tropicale che vengono oggi prodotte in serra sono di origine ibrida (incroci fra specie e fra varietà delle diverse specie). Le più facili sono la Phalaenopsis o “orchidea farfalla” e il Cymbidium, molto robuste e adattabili, con lunghissima fioritura. Anche Vanda, Cattleya e Dendrobium sono resistenti; il Paphiopedilum dura a lungo se ha condizioni ambientali idonee. Orchidee come Miltonia, Cambria, Oncidium e altre sono un po’ più sensibili alle condizioni ambientali. Dopo l’acquisto non lasciate le vostre orchidee esposte al freddo o al caldo in auto, per lungo tempo! Riparatele dalle correnti d’aria fredda durante il trasporto a destinazione.

Come coltivare le orchidee

Se in estate avete uno spazio all’aperto, ombreggiato e arioso, potete scegliere specie come le Vanda, che vanno semplicemente appese con le radici libere, o i Cymbidium, che in estate producono il loro fogliame, amano vivere in posizioni senza sole ma con tanta luce, umidità e circolazione d’aria.

Per coltivare le orchidee più comuni, bisogna sapere che hanno bisogno di molta umidità atmosferica ma temono i ristagni idrici radicali.
Sono inoltre molto sensibili al rapporto tra temperatura e umidità: più la temperatura è bassa, minore deve essere l’umidità, e viceversa.
Gli esemplari grandi di Cymbidium all’aperto possono richiedere acqua quotidianamente.

Quando e come innaffiare le orchidee

Il metodo migliore è quello di tastare il substrato: se è quasi asciutto, fornire poca acqua; svuotare il sottovaso dopo 15 minuti dall’acqua eventualmente non assorbita. Un altro segnale della necessità di acqua è il colore delle radici che affiorano in superficie o che pendono dai vasi appesi: se sono di colore grigio argento occorre acqua; se sono verdi e turgide, non innaffiare. In genere, la necessità di acqua si manifesta ogni 5-7 giorni.
Il momento migliore per innaffiare è di mattina.
Le orchidee sono molto sensibili alla temperatura dell’acqua, che deve essere del tutto simile a quella del substrato (e quindi a temperatura ambiente). L’ideale è l’acqua piovana, raccolta in un secchio durante le precipitazioni, oppure acqua minerale in bottiglia. La terza possibilità è quella di lasciare l’acqua del rubinetto per almeno una notte nell’innaffiatoio per far decantare il calcare; è comunque meno indicata perché può contenere un’elevata percentuale di cloro. E per creare umidità? Collocate il vaso su un largo sottovaso colmo di biglie d’argilla immerse in un velo d’acqua. Utilizzate in casa e in ufficio l’umidificatore: fa bene alle piante e anche a voi, rendendo l’aria meno secca.

Concime per coltivare le orchidee

La sigla NPK indica i dosaggi di Azoto, Fosforo e Potassio, gli elementi nutritivi di base. Preferite un concime liquido per orchidee, per esempio NPK 5-5-6 arricchito di microelementi come Molibdeno (Mo), Boro (B), Zinco (Zn). Oppure usate un concime universale in dose dimezzata rispetto a quanto suggerito sulla confezione. In alternativa potete impiegare i concimi in bastoncini o fialette, del tipo per piante fiorite. In linea generale il concime va somministrato nel periodo della fioritura ogni 10-12 giorni.

La potatura delle orchidee

Per coltivare le orchidee al meglio, al termine della fioritura si tagliano gli steli che hanno portato i fiori.
La pianta va lasciata in riposo in posizione fresca, con luce media e senza concimazioni; il substrato deve essere quasi asciutto (solo appena umido). Trascorse 7-8 settimane può essere riportata in luce intensa (mai al sole) riprendendo a inumidire maggiormente il substrato e a concimare: si formano i nuovi steli e in qualche settimana appaiono i boccioli.

Ambienti e possibili problemi

Piante molto sensibili ai fattori ambientali, le orchidee tropicali richiedono in genere un ambiente luminoso e molto umido, lontano da fonti di calore e da finestre o porte che vengono aperte spesso in inverno.

In casa e in ufficio, spesso si rivela idoneo il davanzale di una finestra esposta a Nord o con una tenda in grado di filtrare la luce solare. In estate, un angolo fresco del balcone o giardino può essere ideale.
Le orchidee Vanda si possono appendere a una pergola o ai rami di un albero, in ombra. Le cocciniglie si eliminano pulendo il fogliame e utilizzando un insetticida anticocciniglia.

Se vi spingerete con passione a coltivare le orchidee, vi accorgerete che un problema frequente è quello delle fisiopatie. Ovvero i danni provocati da luce solare (che brucia il fogliame), temperature troppo basse (afflosciamento del fogliame), concimi in dosi eccessive (annerimento delle foglie) e substrato troppo umido (provoca il marciume radicale).

Quali vasi utilizzare

A volte le piante di orchidea vengono prodotte e commercializzate in vasi trasparenti: lo scopo è quello di favorire l’illuminazione delle radici, che in natura non vivono interrate, e di ottenere un effetto estetico affascinante. Potete rinvasare le vostre orchidee in questo tipo di contenitori, in vetro o plastica, con fori sul fondo.
Il vasetto più classico è quello in plastica con fori sul fondo, per un perfetto drenaggio.
Si possono utilizzare anche i vasetti in plastica o vetro, sempre con fori sul fondo, o i normali vasetti in terracotta, ponendo però molta attenzione al corretto deflusso dell’acqua.
Alcuni tipi di orchidea, come la Vanda e la Cattleya, amano vivere con le radici in appositi cestelli in legno appesi, con le radici penzolanti all’esterno.

Il rinvaso delle orchidee

Il rinvaso delle orchidee come la Phalaenopsis va effettuato dopo alcuni mesi dall’acquisto, ossia quando la pianta ha terminato la fioritura ed è in riposo vegetativo.
In seguito il rinvaso andrà fatto ogni due anni, utilizzando un contenitore di una sola misura in più. Il Cymbidium cresce vigorosamente e può essere utile rinvasare una volta all’anno.
Le orchidee che vivono in cestelli di plastica o legno, da appendere, non richiedono trapianto: le radici si sviluppano pendenti, assorbendo umidità dall’aria e dalle vaporizzazioni che vanno eseguite quotidianamente.