lo spatafillo o spathiphyllum come si cura segui i nostri consigli verdi

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Spathiphyllum o spatafillo: cura e consigli

Lo spathiphyllum (spatafillo, spatifillo) appartiene alla famiglia delle Aracee, la stessa famiglia di pothos, filodendro, anturio. Il suo nome scientifico è Spathiphyllum wallisii, il nome della specie più comune.
Dall’ibrido Spathiphyllum x “Mauna Loa” sono derivate moltissime varietà oggi prodotte su larga scala, in serra.
Originario dell’America Centrale e Meridionale (Venezuela, Colombia…).
In natura lo spatifillo vive in zone umide e calde, spesso vicino a stagni o canali nella foresta, all’ombra degli alberi.
Il nome, dal greco poi utilizzato anche nel latino antico, significa “foglie a forma di spada”.
Nel mondo britannico, pur non essendo un giglio, viene chiamato peace lily, il giglio della pace.

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Ha diversi significati: esprime stima e rispetto, sincerità e anche volontà di proteggere e difendere.

Come scegliere lo spatafillo

Le foglie sono di un bel verde scuro, lucide e con venature evidenti. I fiori, di colore candido, color panna o anche
screziati, sono in realtà foglie trasformate, chiamate brattee o spate. L’infiorescenza è la “coda” eretta, simile a
una piccola pannocchia bianca o verde, chiamata “spadice”.
Esistono molte varietà, anche di piccolissima dimensione. In genere è poco ingombrante e adatta anche per piccoli ambienti.

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Lo spatafillo è utilizzato in tutto il mondo come pianta da regalo, anche nelle sue terre d’origine: in Costa Rica, dove cresce spontaneo, viene portato in dono alle donne in attesa di partorire perché considerato capace di difendere dal dolore e di proteggere dai guai.

Infatti essendo una pianta facile e di lunga durata, è un’ottima idea regalo, consigliata anche ai meno esperti.
Richiede poche cure: è sufficiente bagnare ogni 3-4 giorni in estate e ogni settimana in inverno.
Elegante e sofisticata, sobrio ed elegante grazie ai “fiori” (in realtà sono foglie, chiamate “spate”) di colore bianco brillante.

L’aspetto sofisticato lo rende idoneo per ambienti di qualsiasi stile ed è tra le piante da interno meno esigenti.
Tollera la scarsa luminosità; le spate rimangono belle per molti giorni e nel frattempo se ne formano altre, conservando la bellezza della pianta praticamente tutto l’anno.
Resiste agli errori di coltivazione! Lo spathiphyllum è molto resistente: sopravvive ai classici errori (troppa acqua, carenza di concime…) e accetta l’aria calda e asciutta degli ambienti domestici.
Il valore in più: combatte l’inquinamento! Come altre piante da interno (anturio, ficus, filodendro…) lo spatifillo ha la virtù di depurare l’aria di casa assorbendo nelle sue foglie, in modo permanente, alcune sostanze tossiche (benzene,
formaldeide), senza alcun danno per la pianta.

Come e dove coltivare lo spathiphyllum

In casa e ufficio vive bene in ambiente luminoso ma non al sole e lontano da fonti di calore (termosifoni, stufe…).
Da maggio può vivere anche in balcone e giardino in ombra totale e con alta umidità, al riparo dal vento.
In casa le temperature ottimali sono fra 16 e 18 °C, ma resiste anche a temperature più alte e al forte caldo estivo, se è in condizioni di elevata umidità ambientale.

Lo spatafillo è fra le poche piante che gradiscono vivere con le radici in vasi di piccola o media dimensione, dove la fioritura risulta più abbondante.
Ogni due anni conviene comunque trapiantare l’esemplare in un contenitore di una o due misure in più, utilizzando
preferibilmente il terriccio per piante verdi oppure il terriccio universale.

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Con un paio di cesoie, recidete gli steli dei fiori giunti al termine del loro ciclo (ormai del tutto verdi o secchi): in genere ogni spata dura circa un mese. Tagliate anche le foglie secche o ingiallite.
Periodicamente, ripulite le foglie dalla polvere che può ostruire i pori ostacolando il corretto ciclo metabolico.

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Le innaffiature devono essere regolari, fornite prima che il terriccio sia del tutto asciutto al tatto.
In genere ogni 3-4 giorni in estate e una volta alla settimana in inverno, meglio se innaffiando dal sottovaso. Vaporizzate acqua ogni 3-4 giorni sul fogliame e sulle spate: è utile per ridurre il rischio della formazione di punte e bordi secchi.

La concimazione dello spatafillo

Il concime è necessario, ma senza eccessi, altrimenti la pianta produrrà molte foglie e niente fiori.
In primavera-estate è consigliabile concimare ogni 10-12 giorni, durante l’inverno invece ogni 25-30 giorni.
Quale concime utilizzare? La sigla NPK indica i dosaggi di Azoto, Fosforo e Potassio, gli elementi nutritivi di base. Preferite un prodotto ricco di Azoto, per esempio NPK 7,5-3-6 + Ferro e microelementi, che prevengono l’indebolimento della pianta.
Potete usare anche i pratici concimi in bastoncini, per esempio in formulazione di concime minerale composto NPK 13-6-9 con Azoto a lenta cessione e arricchito con microelementi (Manganese, Ferro…).
La loro efficacia dura 8-12 settimane.

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Da sapere

Per valorizzare i fiori bianchi collocate il vaso dello spatifillo davanti ad altre piante tropicali a foglia verde.
Utilizzate un contenitore in plastica o terracotta da collocare in un bel portavaso in ceramica.

Per pulire le foglie: passate un panno inumidito sulle foglie, non usate il lucidante.
Smuovete periodicamente la superficie del terriccio per evitare che si formi una crosta indurita.
Come ottenere nuove piante? Se lo spatafillo è cresciuto ed è vigoroso e pieno di foglie potete svasare il pane di radici, dividerlo delicatamente in due o tre parti da ripiantare subito in terriccio nuovo per piante verdi, per avere nuovi esemplari.

Problemi e rimedi

  • Foglie e steli si afflosciano: non si notano macchie né seccumi, ma la pianta diventa molle. Eccesso d’acqua spesso legato a temperature troppo basse. Spostate la pianta in una stanza più calda e innaffiate solo quando il substrato si è asciugato.
  • La pianta non fiorisce: carenza di luce e di concime. Concimate e spostate la pianta in piena luce, ma non al sole diretto.
  • Foglie con bordi secchi: carenza di umidità. Vaporizzate acqua sul fogliame ogni 2-3 giorni.