come si usa e come si coltiva il finocchio selvatico

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Usi e coltivazione del finocchio selvatico

Il finocchio che si utilizza come spezia aromatica – detto “finocchio selvatico o finocchietto” – non ha nulla a che fare con quello candido che si consuma in pinzimonio, che è una varietà diversa (var. azoricum), appositamente selezionata e coltivata per ottenere l’ingrossamento dei fusti.
Si tratta invece del finocchio spontaneo (Foeniculum vulgare), ingrediente base della gastronomia degli antichi Romani che lo utilizzavano nel garum, una salsa a base di pesce, e per aromatizzare il vino (che ai Romani piaceva dolce).

Come riconoscere il finocchio selvatico

Il finocchio selvatico è un’erbacea perenne, intensamente odorosa, alta 50-200 cm, con fusto eretto color verde bluastro.
Le foglie sono ampie, con segmenti filiformi di 1-5 cm, cerosi, di colore verde scuro oppure rosso porpora o marrone nelle varietà ornamentali (effetto decorativo strepitoso), a simulare una piuma o una trina ricadente.
Fiorisce da maggio ad agosto producendo ombrelle di 4-10 cm di diametro composte da numerose ombrellette di piccoli fiori gialli: un vero spettacolo negli esemplari a foglia rossa.
I frutti sono acheni costoluti, oblunghi, ovali e appiattiti, di 5-10 mm di lunghezza, di colore verdastro o grigiastro, anch’essi commestibili.

Come coltivare il finocchio selvatico

Pianta facilissima da mantenere, si può coltivare nell’orto, in giardino o in un capiente (18 cm ø) vaso sul balcone, con terra calcarea mista a sabbia e ottimo drenaggio sul fondo, in posizione riparata ma ben illuminata dal sole per gran parte della giornata.
Se non desiderate fare provvista di semi, è meglio togliere le ombrelle fiorali per stimolare la nascita di nuove foglie.
Si semina in primavera, bagnando molto fino alla germinazione, mentre non richiede concime. È poco resistente al freddo del Nord Italia, dove si comporta da annuale. La pianta già adulta è facilmente reperibile nel vostro Centro di Giardinaggio da marzo a luglio.

Dove si trova e come si raccoglie il finocchio selvatico

Originario delle regioni mediterranee, è spontaneo e molto comune nel Centro-Sud, sui terreni aridi di incolti, orti e discariche (attenzione a dove lo raccogliete!).
Con la coltivazione si è diffuso fino all’Europa centrale, dov’è annuale e non produce seme.
Se ne utilizzano le foglie e i semi: le prime sono pronte già dopo due mesi dalla germinazione e si staccano subito sopra la guaina, mentre i semi si raccolgono a settembre.
Le ombrelle di frutti si recidono nelle ore più fresche e si pongono su un vassoio a seccare, per poi staccare i singoli semi da riporre in un barattolo di vetro: mantengono l’aroma per 4-6 mesi.
Le foglie si appendono in mazzi e si essiccano all’ombra e all’aria: perdono però gran parte del loro profumo.

Perché fa bene il finocchio selvatico

Il finocchio selvatico contiene olio essenziale a base di anetolo e fencone, il primo più aromatico, il secondo più amarognolo.
Le sue proprietà sono praticamente infinite, tenere una piccola scorta di semi può aiutare come rimedio per tantissimi piccoli fastidi:

  • è benefico per l’apparato gastrointestinale, poiché stimola l’appetito
  • favorisce la digestione
  • combatte mal di stomaco, acidità e gastrite
  • elimina flatulenze e fermentazioni, calma gli spasmi intestinali ed è leggermente lassativo
  • favorisce anche la produzione di latte stimolando la secrezione mammaria, e il sapore è gradito al neonato liberando anche lui dalle colichette gassose
  • in una certa misura è anche depurativo ed espettorante
  • grazie al potassio, è un ottimo diuretico
  • è infine ricco di vitamine A e C e di quelle del gruppo B

Ricette erboristiche a base di finocchio selvatico

Nelle ricette erboristiche si utilizzano i semi, ben essiccati.
Chi l’ha provato lo sa: non serve dolcificare, visto il sapore dolce e aromatico delle tisane.
Un’ottima combinazione per una tisana digestiva è l’unione di semi di finocchio, anice stellato e radice di liquirizia.

Ecco qualche ricetta e rimedio associato a base di semi di finocchio selvatico:

  • Per favorire la digestione: ponete 5 g di semi in una tazza d’acqua bollente per 10 minuti, filtrate e bevete tiepido dopo i pasti.
  • Contro aerofagia e meteorismo: infondete per 15 minuti 5 g in una tazza d’acqua bollente assieme a un pezzetto di buccia di limone non trattato; filtrate e assumete la tazza dopo i pasti.
  • Per combattere l’abbassamento di voce: bollite 5 g in una tazza di latte per 10 minuti, filtrate e bevete caldo (ma non bollente).
  • Per scacciare una tosse stizzosa: infondete 15 g in un litro d’acqua bollente per 15 minuti, filtrate e consumate tre tazze al giorno lontano dai pasti.
  • Per incrementare la secrezione lattea: ponete in infusione 5 g in una tazza d’acqua bollente per 10 minuti, filtrate e consumate quattro tazze al giorno lontano dai pasti.

In cucina con il finocchio selvatico

Ma non solo semi, anche le foglie e le parti esterne del finocchio selvatico vengono largamente utilizzate nelle cucine di tutto il mondo!

  • Le foglie di finocchietto sono l’ingrediente principale della pasta con le sarde tipica della Sicilia
  • I semi insaporiscono, fra l’altro, salumi come la finocchiona toscana, le olive in salamoia, i pani neri del Nord Europa e il vin brulè.
  • Nei ristoranti indiani, in sostituzione del bicchierino di amaro, dopo il pasto vengono offerti semi di finocchio selvatico dolce, da masticare lentamente per purificare l’alito e facilitare la digestione.
  • Dal finocchio selvatico coltivato in Italia si ricava l’olio essenziale, mentre i semi che si impiegano in cucina provengono da piante coltivate nel bacino del Mediterraneo e in India.

Potete trovare le piante di finocchio selvatico in vendita nei nostri Centri di Giardinaggio a Novara e a Vercelli e chiedere ulteriori consigli per la sua coltivazione ai nostri esperti.

FONTE AICG