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Aiutare le api in pericolo: 9 consigli

Il 20 maggio è la Giornata mondiale delle Api: abbiamo dovuto istituire un giorno specifico nell’anno per ricordarci dell’importanza di questi minuscoli esseri, senza i quali il mondo si fermerebbe.
Le api domestiche, e con loro tutti gli Apoidei, cioè le api solitarie che non producono miele e i grossi e pelosi bombi, sono fondamentali per compiere l’impollinazione di buona parte delle specie vegetali coltivate per l’alimentazione: tutti gli alberi e arbusti da frutto, ma anche le Solanacee (pomodoro, peperone, melanzana, patata) e le Cucurbitacee (zucchino, zucca, cetriolo, anguria, melone) per esempio.
Se venissero a mancare tutti gli insetti impollinatori, si estinguerebbero tutte le piante a impollinazione entomofila, e ci rimarrebbero da mangiare i cereali, le castagne e le ghiande.

9 consigli “salva-api”

Se ora le api e gli altri impollinatori sono in pericolo, la causa purtroppo è l’uomo. Il quale però può rimuovere queste cause e adoperarsi per favorire in generale la loro sopravvivenza.
Anche il comune cittadino, appassionato di giardinaggio e non, può fare qualcosa per salvarle e per favorirle: ecco 9 utili consigli per salvaguardare le api.

  1. Neonicotinoidi. È una classe di principi attivi utilizzati come insetticidi e fortemente tossica per tutti gli Apiodei. L’Unione europea ha messo al bando fra il 2018 e il 2020 l’impiego all’aperto di quattro di questi neonicotinoidi: imidacloprid, thiamethoxam, clothianidin e thiacloprid.
    Controllate di non avere più in cantina o nel capanno degli attrezzi fitofarmaci contenenti queste sostanze. In caso contrario portateli subito al Crm più vicino per lo smaltimento, senza più adoperarli.
  2. Fitofarmaci chimici. I prodotti per la difesa chimici di sintesi possono nuocere alle api, sebbene siano regolarmente autorizzati alla vendita. Se proprio dovete usarli, per casi gravissimi di malattie e parassiti, leggete bene l’etichetta prima dell’uso e attenetevi alle modalità indicate. Un consiglio in più: irrorateli al tramonto, quando gli Apoidei sono già rientrati nei loro nidi. Ovviamente, se volete aiutare ancora di più gli impollinatori, non utilizzateli proprio.
  3. Fitofarmaci biologici. In generale sono meno nocivi di quelli chimici, ma gli insetticidi biologici sono equivalenti a quelli di sintesi, perché non sono selettivi, cioè uccidono tutti gli insetti che raggiungono, api incluse. È il caso del piretro e dell’olio di Neem: se colpiscono un bombo, lo uccidono pur essendo fitofarmaci biologici.
  4. Prodotti naturali. I nuovi prodotti per la difesa, come macerato d’ortica, olio di lino, olio di soia, sapone molle ecc. non causano gravi danni alle api. Tuttavia, avendo anche una funzione repellente, è preferibile irrorarli la sera, quando gli Apoidei non sono in circolazione (e quando questi prodotti funzionano meglio).
  5. Non trattare in fioritura: non si devono mai irrorare i fiori, l’organo dove gli impollinatori si posano per suggere il nettare, perché li si metterebbe in grave rischio di vita.
  6. Piante mellifere. Coltivare piante gradite alle api, che se ne ricavi il miele oppure no, contribuisce sicuramente a favorirne la sopravvivenza, perché si fornisce loro un nutrimento fondamentale.
  7. Hotel per insetti. Disporre in giardino, nell’orto e in terrazzo i Bug Hotel o hotel per insetti (reperibili nei nostri Garden Center o fai da te come abbiamo illustrato) permette di allevare schiere di api solitarie, oltre ad altri insetti utili. È sicuramente un gesto che costa poco e rende molto.
  8. Non distruggere gli sciami. Capita fra aprile e giugno di vedere uno sciame di api aggrappato a un manufatto o a un albero, anche nel proprio giardino. Non fatevi prendere dal panico, stategli solo lontani e cercate subito sul motore di ricerca “apicoltori recupero sciami”: troverete la lista nazionale di apicoltori da contattare affinché vengano a prendersi l’intero sciame, senza danni.
    È un fenomeno normale, dovuto alla presenza di una nuova regina nella vecchia arnia.
  9. Non avere paura. Gli Apoidei (a differenza dei Vespidi) pungono solo se si sentono gravemente minacciati, per es. se entrano in una manica della maglietta, perché “sanno” che il pungiglione rimarrà conficcato nel nemico e loro moriranno dilaniati. Se li lasciate stare e non fate gesti inconsulti per scacciarli, loro vi lasceranno in pace: non sono insetti aggressivi.

FONTE AICG