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Il glicine: cura e consigli per la coltivazione

Il glicine appartiene alla famiglia delle Fabacee, la stessa famiglia a cui appartengono piselli, fagioli e ginestre.
Il suo nome scientifico è Wisteria floribunda o glicine giapponese. Insieme a Wisteria sinensis, il glicine cinese (il più diffuso, introdotto in Europa all’inizio dell’800) sono le specie utilizzate a scopo ornamentale.
La sua origine arriva Cina, Corea, Giappone. Esiste anche un glicine di origine americana, Wisteria frutescens, con bei fiori lilla.
Il nome botanico è un omaggio a Caspar Wistar, scienziato americano che fu tra i pionieri della paleontologia, studiando i primi reperti di dinosauri riconosciuti.
La fioritura primaverile del glicine del Flower Park Ashikaga, in Giappone, è un evento che attira migliaia di visitatori: piantato nel 1870, oggi è largo quasi 2000 mq su una enorme pergola. Intorno a questo gigantesco esemplare ci sono numerosi altri glicini di dimensioni ugualmente spettacolari, a fiore bianco o rosa.

Perché scegliere il glicine

  • Ha una fioritura spettacolare e profumata: i grappoli di fiori sono incantevoli ed emanano un gradevole profumo. Dopo l’esplosione primaverile, in estate si formano ancora alcuni fiori tra il bel fogliame.
  • Lunga durata e resistenza: il glicine vive per decenni in vaso e anche per un secolo o più, in giardino. Il suo sviluppo è veloce, resiste al caldo bollente e al gelo intenso
  • Pareti verdi con il glicine a spalliera: i glicini a spalliera già formati per ottenere rapidamente pareti cariche di foglie e fiori o per formare un tetto di fogliame sulla pergola o sulla struttura di un gazebo.
  • Resiste allo smog: la pianta del glicine ha una grande resistenza alle avversità e cresce benissimo anche nel cuore delle città e nei pressi di arterie a traffico intenso. Il suo bel fogliame è di aiuto per filtrare l’aria inquinata.

Carta d’identità del glicine

I colori dei grappoli di fiori, normalmente lilla o violetti, possono essere anche bianchi o rosa.
Nel tempo, la fioritura del glicine assume dimensioni imponenti e in giardino arriva a formare rami lunghi molti metri, allungandosi verso l’alto o correndo su ringhiere e supporti di ogni tipo.
I glicini in vaso, anche se ampio e profondo, avranno uno sviluppo più moderato, e sono adatti ad esempio al balcone o al terrazzo.
Una sorpresa nel piatto: i fiori del glicine sono commestibili! Hanno un sapore dolce e fresco.
Si possono cucinare fritti in pastella, come i fiori di zucca: ideali per un sorprendente e invitante snack e
per accompagnare l’aperitivo.

Glicine: coltivazione e cura

Pianta facilissima da curare e anche molto longeva, in condizioni adatte vive per decenni e non conosce
avversità o malattie.
Richiede potatura in primavera e a fine stagione; durante la crescita, i rami vanno guidati nelle
direzioni desiderate. In inverno sono belli anche i rami nudi.

Ambiente e temperatura

Come esposizione ha bisogno di molto sole altrimenti produce fogliame in quantità eccessiva e pochi fiori.
Tollera le temperature estreme, dal caldo afoso al gelo intenso.
Non teme il vento né l’aria carica di salmastro. Sopporta bene il peso delle nevicate abbondanti grazie ai rami robusti e flessibili.

Rinvaso e terriccio

Dopo l’acquisto il glicine va rinvasato in un contenitore profondo o in giardino.
Utilizzate un terriccio universale di alta qualità o un terriccio per trapianti o per fioriere. Collocate sul fondo del contenitore una manciata di concime organico (stallatico in pellet) coperto da un po’ di terriccio per non essere a contatto diretto con le radici.

Pulizia e potatura

La potatura del glicine è indispensabile per favorire la fioritura e contenere la vigorosa crescita.
Verso fine estate i ramoscelli secondari che si sono formati in primavera si accorciano a circa 30 cm dal ramo principale.
A gennaio-febbraio è bene intervenire nuovamente, accorciando i getti con un taglio sopra un gruppo di gemme.

Innaffiature e umidità

Le piante giovani e quelle in vaso richiedono irrigazioni regolari e abbondanti in estate, ogni 3-5 giorni o quando il terriccio risulta asciutto. Le piante adulte in piena terra non richiedono irrigazioni.
Consigliamo di coprire il terriccio nel vaso o in giardino, intorno al fusto, con uno strato di corteccia sminuzzata che aiuta a conservare l’umidità riducendo la necessità di innaffiature.

Quando e come concimare

Il glicine consuma molta energia! Le piante giovani e gli esemplari in vaso richiedono concimazioni regolari nel periodo compreso tra aprile e settembre.
A fine inverno è utile una concimazione con prodotto organico (stallatico).
Il concime, in dosi moderate, va somministrato ogni 15-20 giorni.

Quale concime utilizzare? La sigla NPK indica i dosaggi di Azoto, Fosforo e Potassio, gli elementi nutritivi di base.
Il glicine richiede un concime granulare per rose e arbusti, ricco di Azoto: NPK 11-5-11 arricchito con microelementi.
A fine inverno è utile fornire al glicine una concimazione organica (stallatico pellettato oppure concimi con guano o sangue di bue).

Problemi e soluzioni

  • Molte foglie, pochi fiori: carenza di sole, terreno che rimane troppo bagnato.
  • Insetti neri sui germogli: afidi (pidocchi delle piante). Trattare con un insetticida idoneo. Con l’arrivo del caldo questi insetti spariscono.
  • Crescita debole in vaso: contenitore troppo piccolo rispetto al volume delle radici. Trapiantare in autunno o fine inverno in un contenitore molto più grande.

Da sapere

Si può anche realizzare il glicine ad alberello.
Collocate l’esemplare in un vaso profondo, al sole. Sostenete il fusto centrale con un tutore (un robusto palo in legno o una grossa canna di bambù). Eliminate i germogli lungo il fusto: si formerà una chioma carica di fiori.
Potete arricchire la base con fiori stagionali, piccole edere ricadenti o piante da fogliame.

Scegliete il supporto giusto: il glicine ha bisogno di arrampicarsi su supporti solidi.
Ad esempio grigliati in metallo o legno robusto, gazebi e pergole, ringhiere, etc.
Nel tempo i rami si attorcigliano con una forza tale da piegare il ferro!